Parliamo spesso di mondo del lavoro. Inevitabilmente Linkedin è connesso con questo aspetto. Ma ne parliamo molto anche perché ci sono dettagli che mutano velocemente assieme a molti altri che, almeno culturalmente, sembrano essere rallentati.
Cosa intendiamo?
Noi tutti abbiamo sempre avuto l’idea dell’azienda che mette a disposizione del lavoro. Che ci da un lavoro, nel senso del “concedere la possibilità, l’opportunità lavorativa”.
Ma è anche vero il contrario. Siamo noi professionisti che mettiamo a disposizione dell’azienda le nostre competenze, la nostra personalità, in alcuni casi il nostro carisma le nostre unicità. Ciò che può davvero fare la differenza per un’azienda.
Tanto è vero che ci sono contratti, incarichi, che sono specificatamente legati al manager o al capo progetto. Via lui, il contratto non ha più senso.
Ecco che quindi l’azienda si trova a dover ragionare sui motivi per cui un professionista sceglie di lavorare lì o da un’altra parte.
La qualità non si fa solo con i prodotti o i servizi. O meglio i prodotti e i servizi non si fanno da soli, li fanno le persone.
Le aziende sono quindi chiamate a investire sulla loro capacità di essere un posto dove noi vogliamo lavorare.
Ne abbiamo parlato con Silvia Zanella, autrice di “Guida al Lavoro”, per Mondadori, “Digital recruiter”, per Franco Angeli e “Personal Branding per l’azienda”, scritto a quattro mani con Luigi Centenaro e uscito quest’anno con Hoepli.
Con Silvia abbiamo parlato di cos’è questo misterioso tema dell’Employer Branding, della reputazione delle aziende come datore di lavoro e del futuro di questo mercato, di come stanno cambiando le cose per tutti. Con un’occhio particolare su donne e lavoro. Perché qui, pare, abbiamo ancora un sacco di strada da fare.
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